domenica 11 aprile 2010

"Un medico, un uomo" un film di Randa Haines


CINEFORUM POMERIDIANOOO (sta sempre un pò fatica rimanera, ma alla fine ne vale la pena)

Qualche accenno sulla trama e qualche riflessione, sperando di non annoiarvi!XD!!

Iniziali immagini di passi svelti e decisi, sotto ad un camice trasudante superbia, ci mostrano il deciso carattere del giovane dott. Jack Mackee (William Hurt).
Non trascorrono molti minuti e già è evidente la consueta attitudine cinica e fredda del sicuro e affermato dott. che si rivolge ai pazienti quasi fossero sterili numeretti, e ai tirocinanti come un professore ineccepibile, irraggiungibile.
Una disgrazia lo sveste: tolto il camice, come lo scettro ad un sultano, tolta la tracotanza espressiva, come il ruggito ad un leone sconfitto.
"Diagnosi: Tumore alle corde vocali"
Il titolo di dottore si sfalda, anzi scoppia di fronte a questa scoperta. Chi è Jack ora? Che se ne può fare del camice bianco, stirato, slavato? Che cos'è la sua arrogante sapienza di fronte al male?
NIENTE!.
UMILMENTE ASSAPORARE LA VITA COME UOMO.
Da qui parte il suo percorso di riscoperta dell'impotenza dell'uomo di fronte al Male, delle sue braccia abbassate in segno di arresa, di completa apertura alla vita, di consapevolezza che "ogni medico prima o poi diventa paziente".
E così nascono dentro sè anche i bisogni più reconditi: bisogno di quel calore uterino, ormai perso, bisogno di riceverlo, ma anche e soprattutto di donarlo. Mi viene in mente il rapporto con June, malata tumorale, ma specialmente una scena in cui Jack, tornato a lavoro, in seguito all'operazione, ma con una nuova veste, accarezza un paziente dopo averlo operato al cuore. "Tutti i pazienti hanno un nome".
Oltre al camice ragazzi c'è e ci DEVE essere un uomo, che sia in grado di avvicinarsi al paziente in primis come persona, e poi come competente medico, qualificato, si, ma MAI superbo. Perchè la superbia non dà tempo ai fiori di germogliare, calpesta al fine di andare avanti, sterile, vuota, fine a se stessa.
Dopo un'estate ,la scorsa, veramente tosta, che mi ha messo alla prova sotto diversi punti di vista, ho imparato anche io ad abbassare le braccia, a far tesoro del rosa della vita, e a far frutto del suo nero, a partire da questo per crescere come donna, per crescere come medico. La salute mi ha rallentato nel dare esami, ma mi sento ricca del nuovo punto di vista acquisito, che ha come cementato i miei piedi al substrato della vita stessa.
Quante volte avrei voluto dire ad alcuni colleghi, fortunatamente pochi, di fronte a trasparenti e insensibili osservazioni quasi di rimprovero su un esame non dato "Lei non ha la minima idea di come mi sento io".


"Mastica e sputa
da una parte il miele
mastica e sputa
dall'altra la cera

mastica e sputa
prima che venga neve " [De Andrè]


domenica 5 aprile 2009

E L'alTro?

Negli ultimi tempi il prof Formiconi penso proprio che ci abbia lanciato diversi input circa l’importanza del concetto connessione, rapporto, relazione…termini che ,al di là dell’informatica, ricadono ed incidono profondamente nella nostra vita. Lui stesso più volte ha detto che qualsiasi cosa che oggi è già stata scoperta vive in quanto si relaziona con il contesto che la circonda e che con essa interagisce…La vita dell’uomo cos’è se non un lungo (si spera!) percorso di conoscenza del mondo e quindi delle innumerevoli forme che lo abitano?.
Ma che significa realmente relazionarsi?
Significa essere consapevoli che l’altro risulta sempre in buona parte inconoscibile: l’altro è e sarà sempre in parte un mistero. Ciascuno di noi è in continua evoluzione e relazionarsi significa ricominciare ogni volta ad avvicinarsi all’altro con occhi nuovi, capaci di cogliere ogni minima trasformazione umana. L’EVOLUZIONE del nostro “io” E L’INFINITA NON-CONOSCENZA dell’altro E’ CIò CHE CI TIENE IN VITA!
Sono sempre stata affascinata dal problema dell’altro, dalle dinamica che scaturiscono in seguito alla messa in gioco della reciproca conoscenza, ai purtroppo pregiudizi che ne stanno dietro, e ai giudizi che ne seguono (è inutile tanto fare i moralisti!). Per questo mi sono “sparata” diversi libri di Tzventav Todorov, autore che sostiene in “la conquista dell’America” che il problema circa l’altro è nato in seguito alla scoperta dell’America. T.Todorov scrive:

“Perché l’altro deve essere scoperto.
E poiché la scoperta dell’altro percorre diversi gradi,è possibile trascorrere la vita senza mai giungere alla piena scoperta dell’altro, semprechè ad essa si possa realmente arrivare.
Ognuno di noi deve sempre ricominciarla personalmente, le scoperte anteriori non ce ne dispensano. Ma la scoperta dell’altro deve essere assunta in proprio da ciascun individuo.” [T.Todorov, la conquista dell’america]

“Sogno un mondo senza razzismi e risentimenti.”

Si dice sempre che la diversità è ricchezza, punto di partenza per scoprire realtà nuove, ma poi troppe realtà sono vittime di tentativi di discriminazione ,emarginazione di chi, e di cosa, ancora oggi, viene considerato diverso, fuori dalla quotidianità, normalità rispettabile..
Ma alla fine chi si può permettere di definire “la normalità”?

martedì 24 marzo 2009

DiMmI CoMe ScriVi e Ti DIrO' ChI SeI

Chi di noi non ha mai dato un occhio al quaderno del vicino?


..no....non mi sto riferendo alla tattica dello scopiazzare, ma semplicemente alla curiosità, di cui siamo vittime specialmente noi donnicciuole, di vedere come l'altro scrive. Ebbene, secondo la grafologia, è possibile descrivere la personalità di un individuo attraverso l'interpretazione della sua grafia!!
Diffidenti?

........AlCunI EseMpi Per MetTerVi AllA PrOva.........

Il movimento che va verso l'alto lo spirito, gli ideali, la ragione rappresenta

e anche ASCESI

spiritualità, fantasia, megalomania

quello verso il basso l'impulso, i bisogni, la sessualità

e CADUTA

approfondimento, segreto, depressione


1) iL MODO DI PORSI SI RIVELA

- nella tenuta del rigo, che indica una buona stabilità emotiva, senza adagiarvisi o impiantarvisi staticamente. L'eccitazione solleva, fino alla presunzione, da cui a volte si ripiomba dolorosamente a terra. La depressione fa scivolare in giù.

- nell'inclinazione : ci si tira indietro per diffidenza, per respingere e rifiutare. Fino a instaurare una controversia preventiva. Ci si lascia andare perché si desidera, per proiettarsi verso un obiettivo. O per accaparrare.

- nei ricci (tratti più o meno brevi in più nelle lettere), cioè i "capricci" in bene o in male del carattere

- negli inceppamenti del gesto .. che, se non è colpa della penna, qualcosa dicono ... ansia, interruzione o intensificazione del flusso emotivo, ..

- nel procedere lento, fluido o impaziente della grafia


2) LE MODALITA' DI RELAZIONE VENGONO SVELATE

- dalla larghezza che Io-che-scrivo lascio fra una lettera e l'altra. Vale a dire che le lettere mi rappresentano e lo spazio fra una e l'altra è quello che lascio per farti entrare o meno. Se fra una lettera e l'altra c'è, mediamente, lo spazio in cui può essere infilata un'altra lettera .. siamo alla pari.

- dalla larghezza che Io-che-scrivo lascio tra una parola e l'altra che misura la mia capacità di senso critico, di interscambio fra ragione e sentimento, che scioglie il mio soggettivismo e dichiara se lo spazio che sono disposto a darti (tra una lettera e l'altra) sono in grado di utilizzarlo equamente. (Questo spazio mediamente dovrebbe poter contenere 4 lettere)

- dal legamento fra una lettera e l'altra, che da la misura dell'attaccamento (troppo se tutte sono collegate) o del distacco (altrettanto se gli stacchi prevalgono nettamente)


3) il modo di percepire si mostra

- nel calibro (dimensione) che rivela soprattutto il concetto che si ha di se

- nella larghezza delle lettere che si apre o meno a contenere

- negli allunghi in riferimento all'interazione fra ragione e istinto

- nel tratto morbido o angoloso. Il segno curvo rimanda alla coppa, al movimento di apertura estroversiva. Gli angoli (della croce) segnalano le difficoltà che si incontrano nel mondo oggettuale e le modalità di difesa applicate che introducono un tratto introversivo (suscettibilità, diffidenza, adattamento).

Vi Ci riVedeTe Un Po'?...

....E GLI SCARABOCCHI CHE FACCIAMO?...pensate non abbiano alcun senso...??
...VI SBAGLIAAAAAAAATE!!!...



http://www.annarosapacini.it/images/disegno1.jpg

...cOnTinUa



martedì 17 marzo 2009




WESTERN VS ENGLISH





Questa è appunto una dimostrazione della monta western che io pratico, ma non esiste solo questo genere di monta!! Sicuramente conoscerete quella inglese..e quando si parla di monta inglese viene subito alla mente la tenuta imbeccabile ed elegante con cap, cappello in feltro, pantaloni di equitazione bianchi o beige ,camicia di colore bianco a maniche lunghe con cravatta o plastron, colletto e polsini allacciati, giacca nera o blu scuro in inverno, gilet senza maniche nero o blu scuro in estate;stivali neri o stivaletti neri coperti da ghette nere, frustino...



Come avete potuto vedere dal filmato, la MIA monta wester è diversa..

...per quanto riguarda l'abbigliamento: jeans (di qualsiasi colore), stivale tipicamente western, camicia con maniche lunghe allacciate (portata dentro i calzoni e di qualsiasi genere) abbottonata sino al penultimo bottone, cappello western a falde larghe (per gli juniores copricapo rigido o cap o calotta rigida da apporre sotto il cappello), cintura con fibbia tipicamente western, il cravattino ed i chaps sono facoltativi..non sono consentiti speroni che possono procurare ferite nell’uso e non è ammesso gareggiare con il frustino di qualsiasi genere neppure il romling.




Ho voluto concentrarmi solo sull'abbigliamento specifico delle due monte, e non sulle diverse tecniche, perchè in quest'ultimo caso il discorso può risultare più noioso per coloro che non si sono mai interessati di cavallo in generale...


Avanziamo e azzardiamo una sorta di sondaggio...


monta inglese o monta americana?

Una DelLe MiE PiU' GrAnDi PaSSioNi


Ho cominciato ad andare a cavallo da solo un anno, ma appena sono salita su quella "maledetta" sella me ne sono perdutamente innamorata!!.
Era un periodo sicuramente particolare della mia vita: avevo voglia di cambiare molte cose specialmente riguardo al mio modo di essere.. ..tanti erano gli obiettivi prefissati, ma tanta era anche la fragilità che mi accompagnava.

Vidi una mattina ,mentre facevo colazione ad un bar, la pubblicità del maneggio "Le Scuderie" , chiamai subito dopo e fissai per il giorno seguente....mi ricordo che pensai " Chiara, certo che per infilarti nei casini ti ci impegni proprio...ma che c'entra andare a cavallo con tutti i pensieri che hai...ci mancava solo questa!". Ci andai solo e soltanto perchè avevo preso un impegno con il propritario e non era maturo fare marcia indietro, per di più avevo una strana fiducia in questa scelta. E infatti....dal primo momento fui entusista, quella profonda sensazione adrenalinica riusciva a svuotare la mia mente, a far scivolare ogni pensiero, a farmi sentire libera. Oggi che sono riuscita a fare i cambiamenti che desideravo guardo i "lalli" del maneggio con tenerezza perchè ritengo profondamente che niente nella vita avviene per caso, ed io quella mattina feci una scelta che non incrementò il numero dei miei hobby, ma andò decisamente oltre: mi accompagnò in un cammino di crescita.
I'M A WESTERN COWGIRL...vi spiegherò poi che significa

sabato 14 marzo 2009

PErChè FogLie SparSe?



Intanto CIAOOO A TUTTI...
finalmente CI SONO anche ioooo...

Perchè appunto "FoglIe SparSE"?...
..perchè questo blog sarà per me una raccolta di tracce ed emozioni sparse appunto qua e là, attinte da ricordi, da situazioni presenti, ed anche da obiettivi prefissati per il futuro..però a differenza delle foglie, fatte per essere disperse , questi pensieri si potranno davvero conservare!.

"Foglie sparse" è tra l'altro il titolo di una raccolta di frasi e poesie scritte dall' Abbè Pierre, personaggio francese protagonista di una continua lotta in difesa degli ultimi, che per me rappresenta realmente un esempio di vita spesa degnamente.
Vi metto a disposizione alcune parti di ciò che lui definisce "grida di collera, di passione".

"Bisogna amare le porte
perchè sono il posto
dove nessuno si forma
il posto da dove si passa
da dove si parte
dove avvengono tutti gli incontri.
Bisogna odiare le porte chiuse
chiuse agli incontri
e chiuse a chi parte."


"Ci sono troppe lacrime
e pance affamate
e schiene che tremano dal freddo
e mani vuote...
in mezzo a troppe pance piene
di risate animali
di sudori di bruti troppo vestiti
o di raffinatezze
di buoni a nulla dorati"
Alla prOOOsimaaaaaa...buon fine wEEEk!!